ROMANZO CRIMINALE



                                                                     TRAMA FILM :


Roma, fine anni sessanta, alcuni ragazzini poveri rubano un'auto e ad un posto di blocco investono un agente ma riescono a scappare ed a nascondersi nel loro rifugio, una roulotte vicino alla spiaggia, dove decidono i loro soprannomi, ed il loro destino: si chiameranno il Libano, il Dandi, il Freddo ed Il Grana; poco dopo tuttavia arriva la polizia ed essi fuggono ma vengono presi: il Libano si ferisce alla gamba, il Dandi scappa ed Andreino, vero nome de Il Grana, muore per le ferite riportate durante la corsa spericolata con l'auto rubata.
Alcuni anni dopo il Libano attende il Freddo all'uscita del carcere e, insieme al Dandi, a Bufalo, ai fratelli Ciro e Aldo Buffoni ed altri piccoli criminali della malavita romana, organizzano un sequestro di persona: reclutato il Nero, uno spietato neonazista esperto in arti marziali, rapiscono il Barone Rosellini, un ricco possidente, poi ucciso, ancora prima di aver ottenuto un congruo riscatto.
Invece di spartire subito i soldi, il Libano propone a tutti i componenti del gruppo di formare una banda e di investire nel traffico dell'eroina, mettendo in piedi una vera organizzazione criminale che riesce in poco tempo ad assumere il controllo assoluto del traffico di droga a Roma, estromettendo, o eliminando fisicamente, i vecchi boss. Presto le loro mire si espandono verso altri campi, come quello della prostituzione e del gioco d'azzardo, e si alleano con Cosa Nostra tramite un boss chiamato Zio Carlo, oltre ad ottenere la protezione degli "uomini senza volto", a cui lo Stato, nella persona del misterioso Dottor Carenza e de il Vecchio, affida lavori segreti e sporchi. Grazie all'approvazione di Zio Carlo, il Freddo e Il Libano uccideranno Il Terribile, boss che controllava la droga che circolava a Roma e che li aveva denunciati per riprendersi il potere sulla capitale.
Nasce così la leggenda della banda della Magliana, che metterà a ferro e fuoco la città, le cui vicende si intrecceranno con gli avvenimenti più misteriosi della storia d'Italia per oltre 25 anni, tra cui l'omicidio di Aldo Moro e la strage di Bologna.
L'unico a intuire lo strapotere del gruppo criminale è il commissario Scialoja, osteggiato però dai superiori, il quale, durante le indagini, inizia un'ambigua relazione con Patrizia, una prostituta, donna del Dandi.
Con il rafforzarsi della banda cresce anche l'ambizione di Libano, che spinge il gruppo ad osare sempre di più ma contemporaneamente Freddo si innamora dell'innocente Roberta, con la quale vorrebbe ritirarsi, disgustato dalla connivenza della banda con la mafia ed i politici, ma soprattutto per non essere ancora una volta pedina in occulti giochi di potere. Libano, preoccupato e sotto pressione, viene accoltellato da Gemito, uno dei suoi scagnozzi, per un debito di gioco non onorato.
Guidata da Freddo e Dandi, la banda ritrova la sua unità per vendicare la morte dell'amico e boss, ma la morte del capo carismatico segna comunque l'inizio della fine: incastrata da un delatore, il Sorcio, tutta la banda viene arrestata e condannata, meno Dandi, protetto dalle alte amicizie. Verrà successivamente assassinato da il Bufalo.
Freddo, pur di evadere e rivedere Roberta, si inietta del sangue infetto, fornito da un medico cocainomane amico del Dandi; tale sangue lo avrebbe condotto alla morte nel giro di poco tempo ma viene comunque assassinato dal servizi segreti, poiché egli, spinto dalla morte di Roberta, uccisa dallo scoppio di un'autobomba per una vendetta trasversale contro Il Freddo, dalla malattia e dal disgusto, aveva deciso di confessare tutto quanto sapeva della banda e delle losche protezioni di cui è stata beneficiaria. La banda è ormai divisa ed iniziano i regolamenti di conti interni che porteranno ad un lungo bagno di sangue: uno ad uno i componenti scompariranno, inghiottiti dagli stessi pericolosi giochi di potere di cui erano stati creatori.
Sul finire del film un accenno piuttosto marcato all'implicazione dei servizi segreti e di altre forze statali nell'ambito di tutta la vicenda, e quasi una sorda compassione nei riguardi di quelli che furono sì carnefici, ma vittime al tempo stesso.

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